La potenza femminile: le eroine della "Liberata" tra Eros e Thanatos

This essay, evolved as an analysis inside the female universe in Tasso’s GERUSALEMME LIBERATA, arises from the attempt to verify and highlight the deep modernity of Tasso’s heroines, with particular reference to them as “real persons” and not only just as “characters”. These heroines are presented with all the complexity of their personalities; this is why they are so distant from the traditional epic models . Considering the literary archetypes which constituted the topic models on which Tasso built his figures , we will investigate the deep meaning of his innovation detecting how the artist, though using a predefined series of archetypes, managed to create psychologically complex figures and succeeded in giving them a sort of “secret” power inside his masterpiece. The question is directly connected to the initial point of view of our research: that is to say, how the female heroines inside the GERUSALEMME LIBERATA embody the highest importance, since they are described as the real “deus-ex-machina”, the driving force of the whole action. In fact, if the liberation of the Sacred Sepulchre was materially carried out by the crusaders’ army and particularly by a very small group of crusaders, the ones that Buglione particularly considered, it was also carried out through these crusaders’ difficult (but necessary) emotional route. The urgency of this introspective journey inside conscience is revealed by the female figures that seem to start a self-knowledgeable process leading the hero to the awareness of his own “miles Christi”identity. Borrowing Aristotele's terminology, it is possible to say that the female figures, thanks to their complex nature, represent the “power”of the heroes' particular “act. Yet, such transcendental value, though specific and indelible, does not ever show Tasso's heroines too far from being persons subjected to the natural laws, and as such mortal, either weak or strong, victims of their human limits. As a consequence, we have analysed such figures giving particular attention to some related episodes (peculiarly to the Christian couples Sofronia and Olindo, Gildippe and Odoardo, that, in their being polarly built, are an important hint as regards what the poet actually thought of marriage, also taking into consideration what Tasso affirmed in his Discorso della virtù femminile e donnesca (Speech on female virtue) and Padre di famiglia (Father of a family). Subsequently, we took into consideration those principal erotic aspects which are implicit into the poem, always keeping in mind Tasso’ s Platonic and Christian creeds. The tassian couple does not evolve in the attempt of a literary-symbolic generalization on the struggle between the two sexes, (being this representation carried out by the good vs evil opposition), it is evolved by the poem subject itself. In fact, inside the poem, the “eros” is given both as an unreachable desire and as the ego’s impossibility to fulfil unity and communion with the beloved one: aims which can be obtained only by death. Sorrow, mourning and separation are the defining coordinates of Tasso’ s characters’ several erotic shades. These characters, ignoring their author’s veto, are deeply willing to possess and reach the beloved ones. The devious pursuit of a different self reflects the journey inside one's emotional world. Through the other, the self can get to know, to learn and to accept itself and is able to understand the true meaning of existence; the other, in this case the woman, becomes the vehicle through which man can reach full self-awareness and accept the painful inevitableness of immanence in the perspective of a transcendental dimension that ensures eternal bliss. It follows that Thanatos becomes the complementary, necessary side of Eros; in Tasso's epic, only tha painful overcoming of the fear of death allows the individuals to fulfil their ethical duty and attain eternal bliss. The antithesis governing the dynamic relationship between male and female does not characterize the two opposed negative/positive principles; it reveals, on the contrary, the need of a complementary relationship aiming at the platonic unity that is fully expressed in the transcendental perspective of eternity, detached from the needs of historical immanence.l presente lavoro, articolato come un iter analitico all’interno dell’universo femminile della Gerusalemme Liberata, nasce nel tentativo di verificare e mettere in luce la grande modernità delle eroine tassiane, con particolare riferimento al loro essere “persone” a tutto tondo e non più solo caratteri, figure complesse e per questo distanti dal modello tradizionale offerto dall’epica. Considerando gli archetipi letterari che hanno costituito i modelli plastici sui quali il Tasso ha costruito le sue figure, si è cercato di chiarire il significato profondo dell’innovazione facendo luce sulle modalità attraverso le quali il poeta, pur partendo da una serie ben definita di prototipi, abbia poi dato vita a creature dalla psicologia complessa e articolata, giungendo ad affidare alle stesse un arcano “potere”nell’economia dell’intero poema. Il quesito risulta direttamente connesso all’idea interpretativa che ha orientato la ricerca, ossia dimostrare come nella Gerusalemme Liberata la sfera del femminile assolva ad un ruolo tutt’altro che subalterno o marginale, configurandosi quasi come il motore primo dell’azione. Se, infatti, la liberazione del Santo Sepolcro si deve “materialmente” ricondurre al corpo dei crociati e tra questi, soprattutto a quel ristretto nucleo di eroi particolarmente considerati dal Buglione, essa risulta “preparata” dal tortuoso ma necessario percorso mentale ed emotivo che gli stessi sono chiamati a compiere. L’urgenza di quello che si caratterizza come un viaggio introspettivo nei recessi della coscienza viene palesata proprio dalle figure femminili che sembrano, così, innescare un processo autoconoscitivo che porta l’eroe al raggiungimento della consapevolezza della propria identità di miles Christi. Prendendo in prestito la terminologia aristotelica, in sostanza, si potrebbe affermare che le figure femminili, per la loro complessa natura, rappresentano la “potenza” di quell’ “atto” che gli eroi compiono. Tale valore trascendente, pur costituendosi come specifico e ineliminabile, tuttavia, non rende mai le eroine tassiane così lontane e distanti dall’essere contemporaneamente individui soggetti alle leggi della natura e dunque mortali, deboli e forti, vittime della corporeità che caratterizza i limiti della finitezza umana. Alla luce di ciò, si è ritenuto indispensabile analizzare tali figure dedicando particolare attenzione all’indagine di alcuni episodi ad esse legati (ciò vale soprattutto per le coppie cristiane per eccellenza: Sofronia e Olindo, Gildippe e Odoardo che, nel loro essere costruite in modo polare, costituiscono un prezioso indizio riguardo ciò che il poeta pensava del matrimonio), osservando anche quanto il Tasso sostiene nel Discorso della virtù femminile e donnesca e nel Padre di famiglia. Successivamente, sono stati presi in esame i principali aspetti della dialettica erotica sottesa al poema, tenendo sempre ben presente la matrice platonica e cristiana del pensiero tassiano. La “coppia tassiana”, infatti, non sembra rappresentare il tentativo di un’oggettivazione simbolico-letteraria della lotta tra i sessi, attraverso una messa in scena dell’opposizione tra “Bene” e “Male”, così come essa si articola nel soggetto. All’interno del poema, infatti, l’Eros si oggettiva sempre nella forma dell’irraggiungibilità del desiderio, nell’impossibilità di coronare, in vita, da parte dell’io, l’aspirazione all’Unità e alla “comunione” con l’essere amato, restando quest’ultima un’eventualità che può verificarsi solo attraverso la morte. Dolore, lutto, separazione sono le coordinate che definiscono le sfumature cromatiche della dimensione erotica dei personaggi tassiani. Ignari di tale efferato veto, tuttavia, questi ultimi sono attraversati da una naturale e incessante volontà di possesso e di raggiungimento dell’altro. Il tortuoso cammino alla ricerca del diverso da sé diventa, così, il riflesso di un ben più profondo viaggio all’interno del proprio mondo emotivo. Attraverso l’altro l’io si conosce, impara ad accettarsi e “comprende” il vero significato dell’esistenza; l’altro, in questo caso la donna, diventa lo strumento che consente all’uomo di raggiungere la piena consapevolezza di sé e di accettare la necessità del dolore dell’immanenza alla luce di una prospettiva trascendente che garantisce la beatitudine eterna. Thanatos si configura, dunque, come la faccia complementare e necessaria di Eros; soltanto il doloroso attraversamento della paura della morte nell’universo poetico tassiano garantisce all’individuo l’adempimento del proprio dovere etico- morale e, dunque, la possibilità di raggiungere la beatitudine eterna. La polarità che regola il rapporto dinamico tra il femminile e il maschile, allora, lungi dall’opporre due principi nel segno della positività e della negatività, rivela, invece, ad analisi ultimata, la necessità di un rapporto di complementarità in vista del raggiungimento dell’unità platonica che trova la sua piena oggettivazione nella prospettiva trascendente dell’eternità, lontano dalla necessità dell’immanenza storica